lunedì 2 gennaio 2012

Dell'originalità nel parlare dell'anno nuovo.

Con sospetto. Ecco come guardo l'anno nuovo. Il sospetto che tanto sarà peggio del precedente. Certo, ho sempre altri 11 mesi per smentirmi, ma credo proprio che questi primi saranno più ingarbugliati del parlare di Paperino. 
Stamattina ho avuto una delle mie solite epifanie: se ti porti troppe cose dietro, con l'anno nuovo non puoi liberarti dalle zavorre, anzi. Devi comprarti un cestino più grosso per infilarcele tutte dentro, perché non puoi fare altrimenti. 
E la cosa peggiore è che succede così anche quando hai il coraggio di fare un bilancio passato-presente-futuro. Consideri il tuo passato come una massa indefinita di problemi, arrivi al presente e vorresti mangiare Nutella fino al raggiungimento del Nirvana o dello shock diabetico, e pensi al futuro con lo stesso ottimismo del giovane Werther.  Ma finché si tratta del tuo, puoi anche azzerare i valori e provare a ricominciare.
Ed è quello che ho provato a fare io, Gì, l'inguaribile ottimista kamikaze: prima ho provato a raggiungere uno stato di meditazione zen molto profondo, della serie che l'uragano Katrina mi avrebbe fatto il solletico; poi, qualcosa di molto più piccolo, ma potenzialmente più pericoloso per noi donne (chiamasi uomo, ahimé), ha scombussolato il suo equilibrio faticosamente conquistato. Ed ecco che Gì per l'ennesima volta è incappata in un guaio più grande di quello che si portava dietro: il guaio di qualcun altro. Ma non un guaio normale. Uno di quelli (inutile dire che nel vobalorio Gì-Italiano guaio significa 'relazioneamorosabarrafrequentazionebarrasimpatiabarrachimicabarraquelnonsochediindefinitochec'ètraduepersonechesipiaccionomanonsicapiscequanto'), che ti tengono arenati al passato e che hanno brutte ripercussioni pure sul presente-futuro. Insomma, manco a dirlo, questo è un guaio di quelli in cui sono gli altri a decidere per te: anzi, per la precisione, non è l'altra persona, ma tutto quello che c'è stato prima di te. 
Uno di quei guai, insomma, per il quale il passato è più importante del presente. 
Il punto del punto del problema, è che Gì ha già un suo bel guaio alle spalle, e non aveva proprio bisogno di altri guai. Ma inevitabilmente e inesorabilmente il suo essere così gì-osa l'ha cacciata di nuovo nei guai (in tutti i sensi possibili immaginabili). 

Per cui, che dire? L'anno nuovo è iniziato così, tra un sorriso (magari un po' amaro, lo ammetto) e la voglia di scegliere un posto abbastanza lontano da qui e dai guai e non tornare più. Per cui ecco che ritorno all'argomento principale del post (altrimenti dovrei cambiare il titolo, e proprio non mi va)... Questo 2012 non mi convince per niente! 
Mi sbaglierò?

Augurandovi un felice anno nuovo (almeno a voi), vi lascio anche con una domanda... ma solo io sono così diffidente nei confronti del nuovo anno? O c'è chi mi fa compagnia?!
Sospettosamente vostra,