giovedì 29 ottobre 2015

Devi essere Amore.

Foto privata di G.
Nel mio corso di lingua inglese, quest'anno, si è andata rafforzando quella goliardica e allegra amicizia tra me ed alcune delle mie compagne di corso, già iniziata l'anno scorso, ma ovviamente molto in sordina. 
Al nostro quintetto, già di per sé variegato, e composto dalla cazzuta giunonica, dall'allegra del sud, dalla creativa romana de roma, dalla gentile e amorevole, e da me, "il genio dolce", si è aggiunto quest'anno un ragazzo, tanto enorme e nerboruto quanto Gigante, innamorato delle donne e che preferisce l'una e l'altra di noi a seconda dei casi.
Io, ovviamente, sono l'unica costante. Tra le sue scherzose proclamazioni pubbliche di affetto incondizionato, in quanto l'unica, a suo dire, a saperlo consolare e dargli tutto l'affetto che le altre, in particolare la cazzuta, gli negano, e giuramenti che no, mai mi dimenticherà e che quando mi laureerò lascerò nel suo cuore un buco incolmabile a tal punto da costringerlo a doversi fare un tatuaggio con il mio nome, oggi ha detto una cosa che, nonostante i suoi scherzi, mi ha colpito e mi ha fatto sorridere.
Mi ha preso in giro perché mi nascondevo dietro la mia sciarpa, mentre la nostra professoressa si complimentava con me e gli raccomandava di starmi ben appiccicato così da laurearsi in fretta. E io ho detto che i complimenti mi fanno arrossire. Al che, una volta usciti fuori dall'aula, lui guarda la cazzuta e fa: -Vedi perché G. è la mia preferita? Perché tu devi decidere di essere dolce e affettuosa. Lei no! Lei è Amore. Entra in una stanza e tutto è luminoso. Lei non deve impegnarsi, è Amore!-
E mentre tutti e cinque ci lasciavamo andare a confessioni abbastanza personali sulle proprie famiglie e varie ed eventuali, ho pensato a quanto ci sia di bello in questa vita se, nonostante tutti i miei guai, nonostante a volte mi senta un'isola, malgrado ci sono giorni in cui mi chiedo il perché di tanti problemi o devo asciugare le lacrime dei miei, io riesca sempre a dare amore agli altri, anche senza volerlo, e con un solo sorriso.
Far sorridere gli altri è qualcosa che, in alcuni giorni, mi fa sentire davvero che il peso di questa vita a volte non è così pesante. 
Devo essere Amore. Voglio essere Amore.

domenica 25 ottobre 2015

Contorni definiti

Non so bene come ricominciare a scrivere qui. La pausa è stata lunghissima, lo so, e per la prima volta voluta. Mi sembrava di aver bisogno di un po' di tempo per assorbire tutti i cambiamenti e le cose che mi sono successe nell'ultimo mese. Forse è la mia mania di dover sempre definire tutto, di tracciare contorni chiari e ben marcati per poter dare un nome alle cose che vedo e non farmi travolgere dal fiume in piena. Non volevo scrivervi qualcosa e poi doverla smentire, rivalutare, correggere qualche post dopo. Volevo che la prima parola su certi argomenti fosse l'ultima. Probabilmente è utopia, ma rispetto a come stavo qualche settimana fa, sono già un passo avanti.
La vacanza a Londra è stata fantastica. La prima dove non ci ho messo la testa, ma il cuore. O almeno dove mi è capitato che cuore e testa si sovrapponessero, e quindi di fare ciò che dovevo e ciò che volevo ad ogni costo allo stesso tempo. Vi risparmio i dettagli sui luoghi che sicuramente avrete visitato ben prima di me e mi concetro su qualche dettaglio, come, che so, i rintocchi del Big Ben al tramonto, sul Tamigi, che mi hanno trasmesso una sensazione strana, un calore familiare, l'impressione di essere a casa; il B&B in cui siamo capitati dopo una prenotazione misteriosamente scomparsa, vecchio di 150 anni, con annessi i fantasmi che scendevano le scale scricchiolanti, i muri borgogna e cornici d'oro appese ovunque (insomma, a me sembrava proprio una casa di appuntamenti); il Richard II visto al Globe, da dove sono uscita, tre ore in piedi dopo e ghiacciata fino alle ossa, con un sorriso fino alle orecchie; oppure il Macbeth visto in un teatro sopra un gastropub dove ho mangiato, a tempo di record, il pollo più squisito che abbia mai mangiato, e dove ho subito il primissimo tentativo di abbordaggio da un tizio inglese, che nella pausa mi ha chiesto cosa pensassi dello spettacolo; oppure, ancora, la pioggia a Notting Hill, mentre cantavo la colonna sonora del film sotto l'ombrello; o il Macbeth con la Cotillard e Fassbender visto al cinema, e la santa pazienza di Tegolino che non dice mai no, nonostante si stesse addormentando in piedi; o il cuore a mille alla vista del Folio di Shakespeare nella British Library; o il sushi a King's Cross, gli scoiattoli amici, la foto con Herny VIII da Madame Tussaud's e il the e i polpacci doloranti, e l'acqua calda che mancava nell'hotel, e la paura del fantasma, e restare quasi subito senza soldi e spendere 10 pound al giorno per mangiare.
Tornare è stata un'impresa. E ci/mi aspettavano mille cose.
Un colloquio di lavoro, di un lavoro che mi serviva e che, dopo il primo turno da 8 ore in cassa abbastanza traumatico, aveva iniziato a piacermi, finché il professore dell'unico corso che mi è rimasto mi ha detto, molto democraticamente, che se non avessi frequentato non potevo sostenere l'esame. E quindi ho rinunciato, riservandomi di aiutare occasionalmente finché non sarò più libera e disponibile. La crisi, ovviamente, è arrivata subito e prepotente. Come si fa non sentirsi una figlia degenere se si rifiuta un lavoro che salverebbe un po' le cose in casa? Mi chiedo tutti i giorni, da quando ho detto no, se ho fatto la scelta giusta o se avrei potuto sforzarmi di più, essere meno egoista o fare andare le cose diversamente per il bene di tutti. Non so.
Continuare a fare da assistente, e a conoscere la mia relatrice che, giorno per giorno, impara a conoscere me e si riferisce a me come "Cordelia", "so young and true". Grazie a lei sto imparando sempre più come amare quello che amo, e a prendermene più cura.
Tegolino che a Febbraio partirà per la Germania, e starà 4 mesi lì per lavoro, sperando che ci resti e lo prendano definitivamente. E io che vorrei essere a casa ogni sera, quando tornerà, per farmi raccontare tutto, com'era a Malta, ma che dall'altra parte lo metterei sull'aereo anche domani, se ciò volesse dire fargli fare un'esperienza da solo, a tu per tu con se stesso e tutto ciò che comporta. So che al suo posto io vorrei essere lasciata sola a fare quello che devo e voglio fare, quindi, Tegolino, tanto so che leggi, metti quelle chiappe sull'aereo e sbrigati a partire!
E sentirsi sempre come in mare aperto, con la testa all'insù per poter respirare, ma accecati dal sole, nuotare verso mari ancora più profondi, un nodo attorno al cuore che in certi momenti si stringe così forte che quasi lo sento spezzarsi e in altri si allenta e mi lascia col dubbio che io un cuore ce lo abbia davvero.

Nonostante la calca nella testa, vi ho pensato, mi siete mancati tutti e spero che sappiate che sono felice di essere tornata a parlare con voi.
Vi lascio qualche foto della vacanza e spero di leggervi presto.
Un abbraccio
G
St. James Park - Duck Island


Staring at the Globe in awe


Il pollo migliore del mondo

Atmosphere - National History Museum

Richard II al Globe

Globe

Wasabi at King's Cross

Notting Hill

The in Notting Hill




domenica 4 ottobre 2015

Non vi preoccupate...

G si è fatta dei nuovi amici ed è in buone mani!
A presto, amici! Un abbraccio dalla sunny London!