martedì 22 dicembre 2015

Rinascita

Mdina Glass Christmas Tree
(Malta)
Colgo l'occasione del solito viaggio (probabilmente ultimo dell'anno) verso la facoltà per farmi viva. Questo mese è stato forse più pieno di quasi tutto l'anno, escludendo il Congress e il viaggio a Londra.
La partenza di Tegolino si avvicina. Non ha ancora trovato casa, ma con la testa è già lì. E io comincio a sentire l'irrequietezza del momento. Non So se sia sana, ma credo sia quella che mi abbia spinto domenica, a meno di 12 ore dalla scadenza, a fare domanda per l'Erasmus traineeship. Si tratta di partire per 4-5 mesi per uno stage all'estero, e io punto all'Università di Manchester, dove potrei dedicarmi anche alla tesi. Se vincessi, quest'anno lo passeremo praticamente separati, ma non ho potuto fermarmi.
 Anzi, sento di essere ferma nello stesso posto da troppo tempo. Ho voglia di partire, costruirmi una dimensione lontano da qui, anche se per poco, e ritrovare la mia amica G avventurosa, autosufficiente, anglofona e anglothinking, e fare un salto nel vuoto. Non avevo mai preso una decisione in meno di due minuti, non senza un'attenta pianificazione, stile riunione dell'ONU. E invece eccomi qui, ad aspettare.

Papà ha trovato lavoro. E io ancora non ci credo. Sono giorni che in casa si piange, si ride, si respira di nuovo in quel modo profondo e solido, così diverso da quella sensazione di asfissia che ci ha accompagnati per anni. Una parte di me è felice, così felice da saltare al collo di tutti, ridere con tutti, urlare, piangere e ridere di nuovo. L'altra, al momento quella più forte, è completamente attonita. Non ha ancora superato lo schock, fa grandi cerchi intorno alla cosa come un gatto sospettoso, e il bewilderment è tale che riesce a produrre dei sorrisi che lasciano scoperti gli occhi. Gli occhi, niente, non c'è niente da fare, restano grandi e spalancati come quelli di un cervo davanti ad un'auto.
Non riesco a credere che forse, lentamente, tutto cambierà, che finiranno le lacrime di mamma, la frustrazione di papà, e che forse potrò iniziare a lavorare anche per me e non solo per noi.

Sto andando a riportare gli esoneri corretti alla Mente. Ancora una volta si è fidata ciecamente di me, ed eccomi qui a correggere non le risposte chiuse ma i commenti al testo. Com'è difficile, ragazzi! Avevo dato per scontato che fosse semplice, o bianco o nero. O giusto o sbagliato. E invece no, devi guardare la forma, la quantità di contenuto e, nell'assenza dell'ultimo, almeno quanta elaborazione c'è. Ho sudato sette camicie per mettere i voti, ma spero di essere stata giusta e obiettiva.
Lo scoprirò tra poco, comunque.

Oggi pranzetto con Gnappetta. È da più di due mesi che non ci vediamo e mi manca molto. Non So cosa ci stia succedendo, perché dobbiamo separarci così e rivederci solo quando le cose da dire o le cose successe sono tali da costringerli, quasi, a farlo. La vita, probabilmente.

Che dire, So che forse vi aspettavate fuochi d'artificio e la solita incontenibile G per questo grande annuncio, ma è vero, sono ancora in shock. E forse comincio a risentire di tutto questo lungo anno alle spalle e ho bisogno di un po' di riposo.
Le feste sono vicine, i regali pronti, i menù anche, ma ciò che è più pronto di tutto è la sensazione che sarà il primo natale da tanto che passeremo sereni, con la reale prospettiva che qualcosa di buono ci aspetta davvero nell'anno che verrà, invece che altri sacrifici e altri dolori.
Quest'anno è stato l'anno della rinascita. Mia, dei miei, della mia relazione con Tegolino, che è a un punto di svolta e non si sa ancora che strada prenderà, delle mie amicizie e della mia vita professionale.
O forse è stato questo mese? Non lo So, ma vi auguro una rinascita positiva nel nuovo anno. Vi auguro di cambiare idea e di decidere su due piedi, di perdonare, di sperare e di ridere di cuore con le persone che amate.
Non ho propositi per il nuovo anno, solo la voglia di ridere sempre.
A presto
G

venerdì 4 dicembre 2015

Treno a vapore

Tegolino & G
Ragazzi, che giornate.
Che giornate, ragazzi!
E' ufficiale, G è la persona più impegnata dell'universo.
Lo so, non è vero, voi sicuramente e molti altri hanno mille cose in più da fare, ma volevo dirlo, così, pour parler.

Partiamo dall'inizio, dagli albori di questo treno in corsa che è diventato questo ultimo periodo.
Sapevate che ero stagista in un ufficio della facoltà. Quello che non sapete è che La Mente, colei, per chi mi segue da meno tempo, per cui faccio da assistente, nonché mia relatrice, nonché mio esempio professionale, nonché una delle migliori persone che conosco, mi ha proposto di unirmi alla segreteria di convegno di un importantissimo convegno internazionale che è in fase di organizzazione per il prossimo aprile, in onore del quadricentenario della morte di William.

Boom! Sono già nel programma! Dovrò occuparmi dei conferienzieri internazionali che prenderanno parte al convegno, organizzarne gli spostamenti, andarli a prendere, intrattenerli durante i momenti morti del convegno (sono cira 7 giorni)... io! Vi rendete conto?! Parlerò con Gary Taylor! DI NUOVO! E magari stavolta pronuncerò "pioneer" come Dio comanda, e non farò figuracce. E se gli verso il caffé su quei gilet scintillanti che indossa sempre lui?!
Ragazzi, non potrei essere più terrorizzata ed elettrizzata allo stesso tempo!
La Mente è fantastica, mi ha preso davvero sotto la sua ala protettrice, e non c'è niente di più gratificante di quando mi chiede quale sia secondo me il miglior lavoro di William, o se secondo me il Richard II è meglio del King Lear, come una sua importantissima collega le dice spesso. Io? Dire la mia? Ecco, è questo il rumore della felicità.
La sua incondizionata fiducia me l'ha dimostrata però in un altro momento, quando mi ha portato un'enorme cartellina, un giorno, e mi ha chiesto di scansionarne il contenuto. Mi ha detto, con un sorriso dolce ma risoluto, di quelli che la caratterizzano e che forse accompagneranno sempre il ricordo che avrò di lei, "legga pure il contenuto, sono le lettere che io e mio padre ci siamo scambiati in un momento molto delicato della mia vita. Vorrei farle pubblicare". Ecco, il fatto che mi abbia consegnato una parte dei suoi ricordi, del suo cuore, che mi abbia messo in mano il suo passato, a cuore aperto, così accessibile, mi ha commosso e mi ha convinto ancora più di che persona meravigliosa sia.

E poi, il progetto sull'EMI di cui vi parlavo giunge quasi al termine, a parte qualche ingiustizia che non mi è ben chiara: fare una trascrizione e un'analisi conversazionale non è cosa da poco. Anzi, sono abbastanza convinta che fosse una forma di tortura medievale. Ma fare 7 trascrizioni di registrazioni di circa 30 minuti l'una è un incubo. La cosa simpatica è che io sia l'unica a cui ne sono toccate 7, 2 da un aspetto e 5 dall'altro del nostro studio, mentre tutte le altre ne trascriverebbero 2. 
Insomma, essere G è anche questo.

Venerdì ho un esonero. Ma anche il compleanno di Gigante. L'anno scorso gli ho regalato "A volte ritorno" di John Niven. Quest'anno non ho la più pallida idea di cosa fargli. E' assurdo, se uno pensa che ci conosciamo da 13 anni e ci conosciamo benissimo. Forse quando conosci così bene qualcuno è ancora più difficile fare un regalo azzeccato!

Per il momento vi auguro una buona serata, carissimi!
Vostra
G