venerdì 7 ottobre 2016

E via il resto.

aR
Vi ricordate quando vi dicevo che la mia vita era piena di cose?
Ecco, io credo che prenderei la mia me di allora e le riderei in faccia, ora. Tu, stolta G del passato che non distinguevi tra una vita piena e una vita strapiena, tra un lieto fine e un'impasse gigantesca, adesso ti ritrovi con un nuovo lavoro tra le mani, anzi, 75 quattordicenni più alti di te che ti chiamano "professoressa" e che devi far arrivare vivi fino a Giugno, una tesi da scrivere e una vita da organizzare e zero tempo per farlo.

Quando la vita ti cambia così repentinamente di solito le soluzioni sono due: o ricominci tutto da capo o rimani fermo immobile. Io, ovviamente, non ho fatto nessuna delle due cose. Un po' perché mi sono resa conto che, io, non dovevo intraprendere nessuna mistica e improvvisa ricerca di me stessa. Non mi serviva perché, semplicemente, io mi sento intera da sola. Ricominciare a fare le cose da sola non è che abbia portato grandi sorprese con sé. Non avevo buchi neri o aspetti della mia vita insoluti, cose su cui lavorare. Avevo tanto da capire, però, e non tutto quello che ho capito ha necessariamente messo tutto in una luce migliore. Però ho capito anche che ci sono tanti modi di amare e, spesso, più che la persona giusta, serve sapere trovare un amore e un amare compatibile con il nostro. 

Mi sembra di aver disfatto la valigia solo da poco. Credo che non ho mai passato così tanto tempo lontano da casa da quando ero a Malta. A partire dal campeggio, dove G ha vissuto le sue solite mirabolanti avventure, tipo salvare un cagnolino smarrito, finire quasi al reparto gravi ustioni per montare un tendalino per fare ombra (l'ironia tragica, ovviamente, si spreca) e fare amicizia con i vicini di tenda che, impietositi dalla poca preparazione tecnica di cui ero provvista, mi hanno prima contrabbandato gli attrezzi per montare la tenda e poi sfamata a più riprese portandomi etti di carne sfrigolante di brace e invitandoli alla loro tavolata per un caffè. Ah, inoltre, un vicino di tenda che pareva fosse venuto per restare in quel lotto di terra brulla per tutta la vita (aveva persino il ferro da stiro in tenda) e che non mi ha mai, e dico MAI, rivolto parola (escluso qualche grugnito di saluto) per tutta la settimana, l'ultimo giorno si è talmente impietosito dai miei vani tentativi di richiudere la tenda a scatto da scendere dal suo podio di Campeggiatore Laureato fatto di ferri da stiro e sughi preparati sul fornelletto elettrico e aiutarmi, sempre grugnendo, a richiuderla.

Poi c'è stato il.weekend ad Ascoli e Amatrice per il concerto di Venditti, la più bella sorpresa di compleanno di sempre. Perché, in tutto questo, tra un'oliva ascolana e l'altra, G ha raggiunto il quarto di secolo. È davvero triste ripensare a quei luoghi che ho visto tutti integri, bello e pieni di vita e saperli ora morti, sepolti dalla polvere e dalla tragedia che li ha colpito solo un paio di giorni dopo la mia visita.

Poi c'è stata Malta, e il ritorno a "casa", con le mie amiche  Tequila e Attila, che sono state la cosa.piu incredibile di questi mesi. Non mi hanno mai abbandonata e hanno reso ogni giorno più luminoso e dolce che mai. Di Malta mi resteranno dei ricordi bellissimi, con loro, come la nostra escursione in gommone, la traveesata delle isole sul materassino, la cena all'una da PizzaHut e ordinare di corsa poco prima chr chiudesse la cucina, io che per risalire sullo scoglio dove ci stavamo asciugando mi sono grattugiata come il Parmigiano Reggiano sugli scogli sottostanti fino ad assomigliare ad una vittima di violenza domestica, il tramonto visto mano nella.mano con loro, o l'alba sedute su una panchina in riva al mare  dopo una nottata passata in discoteca, a sfuggire alle Palpatine di un'orda di tifosi scozzesi mezzi (ma mica tanto mezzi) ubriachi. E la sensazione che loro sono la mia famiglia adottiva e he le amo incondizionatamente.  

E poi, tempo di tornare e ripartire per il confine con la Francia, dove ho seguito dei seminari su Shakespeare, in mezzo al freddo e alle montagne più belle che io abbia mai visto, in pensione completa a ingrassare come vitellini, a forza di pane, miele e  e polenta.

E per il momento vi dico che sono felice, ho poco tempo per tutto, un nuovo lavoro ce insegnante a 80 km da casa mia, e, sebbene viaggi 6 ore al giorno, la tesi da scrivere e un lavoro da assistente da mantenere...sono felice e serena della mia vita. Esattamente così come è. Via, lontano, il resto.