martedì 28 aprile 2015

Money on my mind

Tutti chiamano a casa per sapere di me. Mamma mi fa le coccole. Papà che mi compra il gelato.
Niente.
L'influenza doveva arrivare prima o poi. 
E ha avuto un tempismo del piffero, davvero.
La settimana scorsa ho saltato il lavoro. 
Chissà le mie bestioline anglofile come se la caveranno all'esame? Ogni tanto mi prende il panico. E se li bocciano? E se si bloccano? 
Forse mamma e papà dovevano farmi con una faccia più alla Xena, di quelle che ti gelano e ti ispirano timore reverenziale, così si sarebbero abituati subito ad avere a che fare con qualcuno un po' meno somigliante ad Heidi. 
Invece i bambini mi dicono che devo vestirmi sempre "elegante", perché, un giorno che ho messo la felpa con Minnie disegnata sopra, all'uscita non riuscivano più a distinguermi tra tutti i bambini. 
Adesso che ho tagliato i capelli, effettivamente, sembro ancora più piccola. Ah, non ve lo avevo detto, ho 5 m di capelli in meno! Ho optato per un caschetto corto e detto addio ai chilometrici boccoli: mamma ha quasi avuto un colpo, e Gnappetta e Gigante scommettevano che non ne avrei avuto il coraggio. E invece li ho fregati, tiè!
Discorsi tricologici a parte, questo periodo è stato di grandi spese. Necessarie, ma non giuste.
Ho sempre avuto la possibilità di studiare tranquilla grazie ai finanziamenti delle borse di studio, mentre per il trasporto pubblico c'è sempre stata l'opzione delle agevolazioni tariffarie per reddito, destinate a chi non avesse superato i trent'anni.
Ecco, per due anni la cosa ha funzionato al meglio. Invece, quest'anno, hanno esteso le agevolazioni a tutti quelli che hanno un reddito fino a 23.000 euro, abbassando la riduzione massima al solo 50% (mentre gli anni passati io raggiungevo il 90%) . Sostanzialmente, si ha una riduzione del 30% se si è sotto i 23mila; poi, se si è sotto i 10mila ci si aggiunge un 20%.
Ora, parliamone. Per una famiglia come la mia, che è di molto sotto i 10mila, pagare l'abbonamento annuale 350euro, quando per due anni lo si è sempre pagato 68, è un po' uno scherzo di cattivo gusto. Soprattutto perché si mettono quasi sullo stesso piano famiglie che raggiungono più di 20mila euro l'anno (che, a mio modesto parere, cominciano ad essere più che abbastanza per sostenere determinate spese) con altre per cui 350 euro sono una mattonata in testa. Inoltre, data la celere, industriosa laboriosità degli uffici CAF ed Inps italiani, la mia richiesta ISEE (necessaria a fare richiesta) è stata elaborata in quasi 30 gg lavorativi. Aggiungendoci l'attesa per la conferma da parte della Regione, con la quale posso acquistare l'abbonamento... Praticamente ho speso 110 euro per l'abbonamento mensile di aprile, senza il quale sarei stata una viaggiatrice morosa (ironico, poi, pagare un servizio pressocché inesistente, con mezzi datati in cui piove dentro e che si incendiano un giorno sì e l'altro pure). Totale? 
Quando finalmente acquisterò l'abbonamento, l'avrò comunque pagato quasi per intero.
E io mi chiedo: ma dove sta il mio diritto allo studio? E dove stanno qui le agevolazioni finanziarie? 

domenica 19 aprile 2015

M'ama, non m'ama?

La settimana scorsa ero in autobus e viaggiavo verso l'università. Di solito, appena mi siedo (se non viaggio in piedi), mi infilo le cuffiette nelle orecchie e vado in trance per la restante oretta e mezzo di viaggio. Invece, quel giorno, mi sono ritrovata accanto una vecchia conoscenza e non ho potuto fare a meno di aprirmi ad una chiacchierata di quelle che ti aggiorni su cosa ti sei perso negli ultimi quattro o cinque anni. E' stato buffo ritrovarsi: nella sua vita non è cambiato quasi nulla a detta sua (era un vertice di un triangolo amoroso ed ora è sempre un vertice, ma sono cambiati gli altri due), mentre ci siamo fatte una risata su come la mia sia cambiata. Sostanzialmente lei considera i cambiamenti sulla base di quanti uomini hai frequentato/cambiato. Se non la conoscessi così bene, mi sarei quasi offesa al suo "Certo che ne hai cambiati eh!", ma so che il suo filtro bocca/cervello è di un tipo che producono su Marte e quindi a noi terrestri risulta un po' estraneo.
Al che, nel viaggio di ritorno, ho fatto una specie di micro bilancio sentimentale e mi sono accorta che, effettivamente, la lista delle disgrazie era piuttosto variegata. Di seguito vi riassumo:
-Harry Potter, il mio primo ragazzo, è diventato leggenda. In tre mesi, non provò mai a tenermi per mano o a baciarmi, benché da parte mia non avrebbe incontrato alcuna resistenza. A dirla tutta, a 14 anni vivevo ancora nel mondo delle favole, per me era assolutamente normale che non lo facesse. Dopo che ci "lasciammo", le mie amiche mi fecero notare che non ci eravamo mai baciati e io, per tutta risposta, dissi: "Ah, è vero!".
-Michael Douglas in Attrazione Fatale: a 16 anni incontro tramite amici comuni questo ragazzo. Ci frequentiamo per un bel po', finché io non mi decido a dirgli che no, non eravamo solo amici. All'epoca ero molto meno Biancaneve che balla con i coniglietti e i cerbiatti, ma tra un libro e una serata al pub, io preferivo sempre un bel libro. Insomma, dopo qualche mese, inizio a notare che lui è un po' strano: si assenta per lunghi periodi con la scusa del lavoro (il papà aveva un'azienda e lui dava una mano) e ci vediamo sempre meno. Finché un giorno non lo incontro con un'altra ragazza: tanto ero piccola e castana io, tanto era alta e bionda lei, tanto io ero jeans e maglietta, tanto lei portava addosso un'intera savana. Ovviamente nemmeno lei, per quanto frivola e amante dell'animalier, sapeva di me. Credo che lui abbia ancora il tatuaggio delle mie cinque dita stampate sulla faccia. E, dall'occhiata che gli ha lanciato lei, credo che sull'altra guancia ci siano le sue.
-L'indeciso: avevo 18 anni. Per lui l'amore era come giocare insieme al Superenalotto e a Cluedo. L'ho conosciuto che ogni sera aveva una ragazza con cui uscire. Il fatto che uscivamo insieme mi rendeva di fatto uno dei 90 numeri, ma io gli dissi che non volevo essere amica (perché di fatto non ero la sua ragazza) di uno che mostrava così poco rispetto per le donne (per non rinunciare ad uscire con una delle due, costrinse me ed un'altra alla reciproca compagnia).
Alla fine, convertito sulla via per Damasco, restrinse la scelta tra me e lei. Come quando giochi a Cluedo, e per trovare il colpevole vai per esclusione. Il fatto che fossi al ballottaggio non mi sfiorò per niente, perché lui faceva in modo di nascondermi la sua esistenza, mentre con lei, a quanto pare, si sbrodolò, tra una notte insieme e l'altra, nell'elogio della mia intelligenza e la sua penosa situazione. Quando si rese conto che lei non voleva alcun impegno, scelse me. Tutto questo l'ho saputo dopo un anno che stavamo insieme e, quando mi confessò che avevano continuato a sentirsi e vedersi di tanto in tanto, decisi che bisognava finirla lì.
-TipoX: di quanto sopra citato, si approfittò il miglior amico dell'indeciso. Ebbene sì. Sono stata la "donna del mio amico". Tornassi indietro non farei mai più quella scelta. I due anni con TipoX collimano con il periodo più incocludente della mia vita. Non solo perché in quel momento di crisi pensavo che lui fosse la scelta migliore per me, ma perché, una volta passato, mi accorsi di quanto male assortiti fossimo. TipoX non aveva ambizioni, viveva alla giornata, e non aveva il minimo interesse e rispetto per quello di cui mi interessavo io. Una volta gli chiesi di ascoltarmi ripetere per il primo esame all'università. Dopo cinque minuti parlavo con una sedia vuota. Ecco, TipoX era una sedia vuota, letteralmente. L'unica cosa buona che mi ha lasciato è stata la voglia di partire per l'Erasmus, dopo averlo lasciato.
-Poi è arrivato lui, Tegolino, proprio quando avevo deciso di essere in silenzio stampa nei confronti dell'altro sesso. Proprio dopo aver superato la batosta di TipoX e per il mio amico americano, che sognavo di raggiungere in Montana (ehi, lo so che cosa pensate: ma allora anche G ha fatto follie?!). Proprio dopo aver deciso di partire per l'Erasmus per lasciarsi tutto alle spalle. Proprio quando ne avevo bisogno. O quanto meno, proprio quando avevo bisogno di un grande amico prima e poi di un amico di cui innamorarsi.

Godetevi questa traccia di Bon Iver (l'intero album è meraviglioso) e buona serata/giornata a tutti voi!
Un abbraccio dalla vostra soap-opera vivente, G.

mercoledì 15 aprile 2015

Montagne russe

Momento. Momento. Momento.

Mooooomento.
 
Chiedo umilmente perdono. Giuro che non vi ho dimenticati, anzi. Mi sono sentita in colpissima.
Vi riassumo in tre punti gli ultimi giorni:
  1. nel giro di una settimana ho provato le stesse sensazioni di quando si va sulle montagne russe. Vi spiego. La mia relatrice mi ha girato un'opportunità di PhD finanziato (ben 1,800 pippi al mese + alloggio) all'università di Montpellier. Benissimo, ero pronta. Già ero lì, in Costa Azzurra a fare ricerche sui problemi di attribuzione del canone shakespeariano. Ero carica come un gallo da combattimento. Per la selezione occorreva scrivere una tesina di 3,000 parole sulla propria proposta di ricerca. La relatrice, che da oggi chiameremo LaProf (premettiamo che io la adoro, sono innamorata -in modo del tutto platonico- di lei e del suo cervello), mi ha appioppato un librone di 400 pagine da leggere in dieci giorni, prima della scadenza, per partorire una qualsiasi idea che potesse funzionare. Ok. Niente panico. Poi, il dubbio. Potrò partecipare anche se la mia laurea è prevista fra un anno? LaProf mi dice che in Inghilterra solitamente è possibile, perché la tesi magistrale confluisce per un anno nel dottorato, che poi continua e sviluppa ulteriormente il tema della tesi. Occorre inviare una mail per una conferma da Montpellier. Nell'attesa del nulla osta, inizio a leggere. Macino pagine su pagine come un panzer che va ad anabolizzanti. Ho mille idee, mille proposte, inizio la tesina, incapace di trattenermi, e penso che con quei 1,800 al mese potrei aiutare i miei anche se lontana, e che prenderei al mese più di quanto prendo qui facendo tre lavori insieme. E ieri sera, appena messami a letto, controllo le mail. Ed era lì, la risposta. Negativo, niente Montpellier, niente PhD in Costa Azzurra e niente 1,800 pippi per fare quello che amo di più. Quindi dopo la salita, eccola lì, la discesa con il grido liberatorio. Quando la corsa è finita, un po' ci sono rimasta. L'ho presa un po' male, ma oggi parlare con LaProf mi ha tirato un po' su il morale e mi ha assicurato che ci saranno altre occasioni, e anche io ne sono convinta. O almeno lo spero.
  2. Siamo ad un momento clou dell'anno accademico. Ieri ho avuto un esonero di 6 cfu, una roba monumentale che mi ha lasciata devastata. Nel mentre, ho iniziato un progetto sull'e-learning per il corso di Glottodidattica. Il progetto è in gruppo. E fin qui tutto bene. Ma come tutti i lavori in gruppo, è destinato a stracciarti i nervi: siamo in quattro, di cui un latitante, uno che sembra la reincarnazione di Willy Wonka e una ragazza, napoletana doc, che è il mio unico conforto e la mia unica spalla.
  3. Ho trovato un altro lavoro. Non è chissà che, ma aiuta a mettere qualcosina da parte e a portare un pezzetto della famosa pagnotta a casa. Qualcuno oggi mi ha chiesto se mi pesi fare questa vita un po' in corsa, se non penso mai che sia ingiusto, ma io di solito scrollo le spalle e dico di no. In fondo perché dovrebbe pesarmi? Sapere di aiutare mio papà e mia mamma cancella qualsiasi sforzo. Anzi, mi dispiace solo che a volte torno a casa e sono talmente stanca da non riuscire a passare più tempo con loro. Avete presente quando si dice "vivere vite separate"? Ecco, a volte mi sembra di vivere separata dalle persone che mi vogliono bene. Ogni tanto mi sento in colpa verso Tegolino e verso i miei, ma spero di riuscire a trovare presto il giusto equilibrio. Quindi, insomma, non vi meravigliate che ogni tanto sparisco. Mi sono sentita in colpa anche per questo, giuro!  
 Per rimediare, vi lascio un saluto, e giuro solennemente di postare a breve un post che avevo in bozza, ma che pubblicare dopo tanto silenzio non aveva granché senso (è come se dopo anni che non parli più con una persona te ne esci dicendo "sai che ho scoperto di avere il colesterolo alto?").

Un abbraccio forte a tutti!

venerdì 3 aprile 2015

Perdono e castigo

King Lear Act 1.1.
Avevo in mente di scrivere mille mila post di risposta ai bellissimi premi che mi sono stati conferiti, di cui ringrazio di cuore La Folle.
Però una combinazione di fattori mi ha fatto cambiare idea e optare per uno stream of consciousness dei miei per riflettere su qualcosa che mi è successo ultimamente.
Mercoledì ero a lezione di letteratura inglese (stiamo leggendo e commentando il King Lear), quella che preferisco e che più mi rilassa. Mi piace il modo in cui i versi si posano nella mia testa come fiocchi di neve La professoressa legge, legge, legge, e io assorbo come una spugna, come un prato su cui cadono le foglie rosse degli alberi in autunno. Ha un effetto catartico su di me. E mercoledì siamo arrivati a leggere il quinto atto, proprio il momento in cui Lear finalmente riabbraccia Cordelia. Il re è ridotto ad uno stato infantile, è disilluso, riconosce di aver recato un grave torto nei confronti della sua figlia minore, che ha diseredato perché incapace di professargli il suo amore apertamente e con magniloquenza. Eppure, quando Lear le chiede perdono, lei lo rassicura che non c'è nulla di cui deve perdonarlo.
CORDELIA 
  O, look upon me, sir,
And hold your hands in benediction o'er me:

No, sir, you must not kneel.
 LEAR 
Do not laugh at me;
For, as I am a man, I think this lady
To be my child Cordelia.

 CORDELIA 
And so I am, I am.
LEAR 
Be your tears wet? yes, 'faith. 
I pray, weep not: 
If you have poison for me, I will drink it. 
I know you do not love me; for your sisters 
Have, as I do remember, done me wrong: 
You have some cause, they have not.
CORDELIA 
No cause, no cause.

Pensavo a quanto è difficile essere come Cordelia. Shakespeare non ci sottoponeva questi grandi esempi di umanità (nel bene e nel male) per dare un giudizio sulla natura umana, ma perché voleva rappresentarla a 360 gradi. Ed effettivamente, ho conosciuto tanti Lear, tanti Edmund, tanti Othello e Iago, moltissimi Macbeth, ma poche, pochissime persone che fossero così generose e indulgenti come Cordelia.
Io per prima, ovviamente, che ultimamente sono molto più simile al vendicativo Edmund. Non si può ignorare il fatto che scrollarsi di dosso un torto, quando lo si subisce, è difficilissimo. Anzi, ancora di più quando chi lo subisce è una persona che ami, che fa tanto per non farti mancare nulla, e che viene addidata in malo modo.
Forse, come dice Lear, non si puòl diventare saggi se prima non si diventa vecchi. E quindi magari la saggezza arriverà quando sarò una vecchia nonnina gelosa dei suoi libri e dei suoi nipoti. Chissà.

Vi lascio con l'augurio di passare questi giorni di festa con le persone che amate, di mangiare cose buone, di ridere, essere felici e vi auguro che nessuno si metta tra voi e il sole!
Un abbraccio
G

P.s. Meritano una menzione le ultime chiavi di ricerca:
-come schiarire le lentiggini (eh?)
-perdersi in Erasmus (non ho ben capito se in senso lato o in senso metaforico)
-Dr.House è fico
-fare la spacccatrta in autobus (che? che devi fare in autobus?)