martedì 2 febbraio 2016

Reazione a catena (e non è il programma tv)

Ve lo dico?
Ve lo dico.
No, non ve lo dico.
Ma sì, ve lo dico.
Ve lo dico?
Basta, ve lo dico.
Nella scaletta della mia tesi ho inserito un paragrafo che ho intitolato "When social planning backfires".
Ecco, nel mio caso attuale, potrei dire "When having no plans backfires".
E così è successo. Ricordate che ho fatto domanda per uno stage all'estero, pensando che mai avrei vinto la scholarship. Quando ci si mette in lista per questi stage in teoria si deve prima aver trovato un datore di lavoro. Io, se vi ricordate, ho fatto domanda a sei ore dalla scadenza, sotto un impulso che mi ha preso alla sprovvista. Ovviamente non avevo un'azienda pronta per me e questo mi aveva automaticamente convinto a non sperarci. 
L'anno scorso due mie compagne fecero domanda con due stage ben programmati a Berlino, le aziende pronte ad accoglierle con il comitato del benvenuto, ma non hanno superato la selezione.
Figurati. E invece ieri, bam, chiamo l'ufficio di competenza e mi dicono che sono in riserva e che ci sono abbastanza fondi da far partire anche noi in riserva. Ma quando lo cerco di proposito, tutto questo qlo, dove l'è?!
Da lì è iniziato un vortice senza fine. Neanche Flash Gordon avrebbe mai potuto fare più in fretta di me. 
Ore 11 scrivo in Inghilterra per chiedere se mi accetterebbero a lavorare all'ufficio Erasmus dell'università. 
Ore 14 mi precipito in studio dalla Mente e cominciamo gli ultimi orali di questo appello, tesa come una corda di violino al pensiero dell'immane opportunità che mi era appena piombata addosso senza il minimo preavviso. Ero talmente distratta che la prof ha dovuto farmi cenno più volte per esortarmi a correggere la lettura agghiacciante dei poveri malcapitati che facevano l'esame. Alcuni hanno trasformato il Richard II in un rap di 50 Cent. Alack.
Ore 16.45, in un momento di pausa, confido tutto alla Mente, che prontamente scrive una mail per chiedere a un suo ex studente di lì di seguire la mia pratica, se fosse possibile.
Ore 18, riprendo l'autobus e comincio a scrivere una cover letter.
E in tutto questo i miei non erano minimanente pronti alla notizia. Babbo era stoico, più o meno, mamma è caduta nello sconforto, praticamente ammettendo che li ho messi di fronte al fatto compiuto, che sarò lì da sola, senza nessuno.
Insomma, mamma è sempre la persona ideale se vuoi essere rassicurata.
E questa mattina, appena ho aperto gli occhi, ri-bam!, trovo lì la risposta che mi informava che sarebbero delighted di avermi lì e che aspettano la mia cover letter.
Oddio. 
Adesso ho capito il senso metaforico dell'espressione "prendere una tegola in testa in mezzo all'oceano Indiano". A me è arrivata proprio in fronte.
E adesso sono qui davanti al pc, a mangiare pane e cioccolata, e non so se cominciare a saltare di gioia o essere terrorizzata. 
Ci sono così tante cose in ballo. La tesi che potrebbe ritardare, una sessione di esami che potrebbe saltarmi e costringermi a dare l'ultimo esame solo il prossimo anno, io e Tegolino che quasi non ci incontreremmo, la borsa che non coprirebbe tutti i costi e tutti i soldi che dovrò mettere da parte.
Però ci sarebbe l'opportunità di fare un'esperienza da sola, finalmente, e riprendermi quell'Erasmus inglese in solitudine che non ho mai fatto, l'inglese che migliora, nuovi orizzonti professionali che potrebbero aprirsi, la Mente che mi ci manderebbe a calci se potesse e la tesi da poter preparare in una delle migliori biblioteche del Regno Unito.
Sento che ormai la reazione a catena è iniziata e non può essere fermata. Voi che dite?
Per la prima volta sto facendo davvero qualcosa ad occhi chiusi, senza il mio solito paracadute che consiste in un'attenta e precisa pianificazione, e non so se mi sembra liberatorio o mi spaventa a morte. Forse entrambe.
Tra dieci giorni, intanto, andrò a trovare Tegolino e passerò le giornate nel suo appartamentino bianco a scrivere la tesi, mentre lui sarà a lavoro, e le serate insieme a lui, a parlare e a valutare tutti questi grandi cambiamenti che ci stanno investendo, a ridere, a coccolarci e a chiudere gli occhi e sentirmi in pace, almeno per sette giorni. Non vedo l'ora.
Vi lascio con Andreas Bourani, le stradine del video che sembrano tanto quella in cui vive Tegolino, e questa dedica teutonica che ultimamente canto sempre a squarciagola, con Pagnotta in braccio.


14 commenti:

Federica ha detto...

io mi spello le mani nell'applaudirti!!!

Mariella ha detto...

Go G. Go.

Indefinita ha detto...

Partiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.........
...
...
...
Iiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!

capita la mia opinione no? :)

Francesco ha detto...

vai e spaccali

S. ha detto...

mi unisco al coro ;)
poi di mio aggiungo che, volaaaaaa...dopo sarai imbattibile!!!

Pier(ef)fect ha detto...

Fai i salti di gioia terrorizzandoti :D E' normale! Un grossissimo in bocca al lupo per questa nuovissima esperienza, un mega abbraccio!

G ha detto...

Ahahahah, ma questa volta è fortuna spacciata!!!

G ha detto...

I think I will. :-)

G ha detto...

Ho qualche dubbio di interpretazione, sai? :p
Grazie :)

G ha detto...

:) oggi ho rotto due faldoni in ufficio. Quindi "spaccali" direi che è proprio la parola giusta!

G ha detto...

Sei quiiii! Sei tornata!!! :-D
Che bello sentirti :-)

G ha detto...

Mi piace, salti di gioia terrorizzati :-)
Grazie Pier, un abbraccio forte forte a te!!!

UIFPW08 ha detto...

Desidero far i miei complimenti per la scelta musicale del tuo blog.
Una canzone piu bella dll'altra.
Ti ringrazio pe la gratitissima visita G
Spero di risentirci presto
Maurizio

G ha detto...

Grazie a te per i complimenti, Maurizio!
Sei sempre il benvenuto!
A prestissimo,
G