lunedì 5 dicembre 2016

Pensionata


Faccio davvero fatica a scrollarmi di dosso l'armatura che ho indossato negli ultimi mesi.
Quando da un "noi" lungo 4 anni anni sono passata ad un "io", ho avuto una reazione singolare, cioè quella di diventare una stakanovista. Non c'era per nessuno. Lavoravo, studiavo, lavoravo, studiavo e andavo con il pilota automatico.
Adesso, la mia vita si è fatta necessariamente così, a un ritmo scandito da capitoli di tesi da consegnare, compiti da correggere, treni, voti da mettere, lezioni da preparare...sapete che ho tenuto la mia prima lezione all'università? Bellissimo.
Ma il peso dell'armatura, a forza di portarla da troppo, è talmente forte che adesso mi schiaccia. Mi rendo conto che avrei dovuto toglierla prima o non indossarla affatto, perché relegare ogni emozione in un angolo ha fatto sì che alcune si incancrenissero. Mi rimprovero, perché non ho mai avuto paura di affrontare nulla, ma non ho bene affrontato tutto questo. Lo avrete capito facilmente, che qualcosa si è inceppato.

Ma tante cose si stanno impilando sul passato.
A Marzo devo consegnare tre papers, e se tutto va bene saranno le mie prime tre pubblicazioni! In questi mesi di totale assorbimento il mio cervello iperattivo ha prodotto qualcosina degna di nota, tra cui un saggio sul Mercuzio di Zeffirelli, uno su Nutshell di Ian McEwan (e, per Federica, questo è quello che sto leggendo in questo periodo!) e la mia tesi triennale su Marlowe.

A volte mi vedo come quelle persone anziane, che siedono placide col peso dei loro anni sulle spalle. Quello che questi mesi mi ha portato è un po' di attenta contemplazione, che ha imbrigliato il mio entusiasmo carnevalesco in una placida dedizione alla mia routine.

Ovviamente in tante cose sono sempre io, G nell'essenza: inciampo, i ragazzi a scuola sono più alti di me, e i colleghi in sala professori mi scambiano per una studentessa. Talvolta vado al cinema e passo giornate intere a ripensare a dei film, come nel caso di "Animali Notturni" (lo avete visto? Non è spettacolare?), oppure mi porto dietro, sul treno, tre libri diversi nell'indecisione di cosa leggere.

Oggi, per esempio, io e il ragazzo riccioluto ci siamo incrociati di nuovo: lui stava leggendo Philip Roth, "Everyman", e io ho alzato la copertina di "Le nonne" di Doris Lessing.
Questo è il mio periodo Dorothy Parker e Doris Lessing, tra parentesi, un periodo di polemica alle apparenze, all'ipocrisia della piccola borghesia e di quelli che vivono in villette e fingono di avere una vita perfetta, ingannando sé stessi e gli altri.
E anche di grasse risate, con Attila, Dolce e Tequila, le mie amiche, che, ognuna persa nel suo microuniverso, costituiscono l'unica costante dei miei giorni, in un momento della mia vita in cui tutto mi sembra accelerato e sfocato.

Di buono, poi, c'è che io e Tequila  andremo al concerto dei Lumineers insieme, giusto per cantare un po' a squarciagola e versare due lacrimucce.

Tra poco scendo dal treno e le bestioline mi aspettano. Vi mando un bacio e spero che questa G 2.0 vi piaccia sempre, anche se più assenteista e più contemplativa.

Sempre vostra, con tanto affetto (e sempre con le lentiggini, i capelli arruffati e gli occhioni da bambina).
G