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Mdina Glass Christmas Tree (Malta) |
Colgo l'occasione del solito viaggio (probabilmente ultimo dell'anno) verso la facoltà per farmi viva. Questo mese è stato forse più pieno di quasi tutto l'anno, escludendo il Congress e il viaggio a Londra.
La partenza di Tegolino si avvicina. Non ha ancora trovato casa, ma con la testa è già lì. E io comincio a sentire l'irrequietezza del momento. Non So se sia sana, ma credo sia quella che mi abbia spinto domenica, a meno di 12 ore dalla scadenza, a fare domanda per l'Erasmus traineeship. Si tratta di partire per 4-5 mesi per uno stage all'estero, e io punto all'Università di Manchester, dove potrei dedicarmi anche alla tesi. Se vincessi, quest'anno lo passeremo praticamente separati, ma non ho potuto fermarmi.
Anzi, sento di essere ferma nello stesso posto da troppo tempo. Ho voglia di partire, costruirmi una dimensione lontano da qui, anche se per poco, e ritrovare la mia amica G avventurosa, autosufficiente, anglofona e anglothinking, e fare un salto nel vuoto. Non avevo mai preso una decisione in meno di due minuti, non senza un'attenta pianificazione, stile riunione dell'ONU. E invece eccomi qui, ad aspettare.
Papà ha trovato lavoro. E io ancora non ci credo. Sono giorni che in casa si piange, si ride, si respira di nuovo in quel modo profondo e solido, così diverso da quella sensazione di asfissia che ci ha accompagnati per anni. Una parte di me è felice, così felice da saltare al collo di tutti, ridere con tutti, urlare, piangere e ridere di nuovo. L'altra, al momento quella più forte, è completamente attonita. Non ha ancora superato lo schock, fa grandi cerchi intorno alla cosa come un gatto sospettoso, e il bewilderment è tale che riesce a produrre dei sorrisi che lasciano scoperti gli occhi. Gli occhi, niente, non c'è niente da fare, restano grandi e spalancati come quelli di un cervo davanti ad un'auto.
Non riesco a credere che forse, lentamente, tutto cambierà, che finiranno le lacrime di mamma, la frustrazione di papà, e che forse potrò iniziare a lavorare anche per me e non solo per noi.
Sto andando a riportare gli esoneri corretti alla Mente. Ancora una volta si è fidata ciecamente di me, ed eccomi qui a correggere non le risposte chiuse ma i commenti al testo. Com'è difficile, ragazzi! Avevo dato per scontato che fosse semplice, o bianco o nero. O giusto o sbagliato. E invece no, devi guardare la forma, la quantità di contenuto e, nell'assenza dell'ultimo, almeno quanta elaborazione c'è. Ho sudato sette camicie per mettere i voti, ma spero di essere stata giusta e obiettiva.
Lo scoprirò tra poco, comunque.
Oggi pranzetto con Gnappetta. È da più di due mesi che non ci vediamo e mi manca molto. Non So cosa ci stia succedendo, perché dobbiamo separarci così e rivederci solo quando le cose da dire o le cose successe sono tali da costringerli, quasi, a farlo. La vita, probabilmente.
Che dire, So che forse vi aspettavate fuochi d'artificio e la solita incontenibile G per questo grande annuncio, ma è vero, sono ancora in shock. E forse comincio a risentire di tutto questo lungo anno alle spalle e ho bisogno di un po' di riposo.
Le feste sono vicine, i regali pronti, i menù anche, ma ciò che è più pronto di tutto è la sensazione che sarà il primo natale da tanto che passeremo sereni, con la reale prospettiva che qualcosa di buono ci aspetta davvero nell'anno che verrà, invece che altri sacrifici e altri dolori.
Quest'anno è stato l'anno della rinascita. Mia, dei miei, della mia relazione con Tegolino, che è a un punto di svolta e non si sa ancora che strada prenderà, delle mie amicizie e della mia vita professionale.
O forse è stato questo mese? Non lo So, ma vi auguro una rinascita positiva nel nuovo anno. Vi auguro di cambiare idea e di decidere su due piedi, di perdonare, di sperare e di ridere di cuore con le persone che amate.
Non ho propositi per il nuovo anno, solo la voglia di ridere sempre.
A presto
G