sabato 21 novembre 2015

Solo G

Alla fine non è successo nulla di quanto temuto. La metro è andata liscia, i treni pure, gli autobus anche, e la vostra G è sana e salva qui per voi.

La vita da assistente è più complicata di quanto pensassi. Certo, ha i suoi lati estremamente comici. Ogni tanto gli studenti si impanicano, e non sanno bene come parlarmi. Mischiano il lei, il tu e il voi, nella stessa frase, diventando tutti rossi e balbettando come una pentola in ebollizione. Mi fanno un sacco ridere, ma cerco di non approfittarmi di quei momenti e di metterli a loro agio con il famoso "dammi pure del tu!", che da una vita sognavo di dire a qualcuno.
Ci sono quelli sempre felici di incontrarmi, altri che strabuzzano un po' gli occhi quando mi vedono seduta sul prato con il mio gruppetto, il titanico chiacchierone per cui sono Amore, la cazzuta, la compassionevole, l'allegra e la romana de roma, a ridere, o in un aula a mangiare rum e cioccolato con loro. Altri tornano sui loro passi quando mi riconoscono e mi salutano, probabilmente più per paura che metta loro 18 solo perché non sono stati abbastanza gentili. Altri, i belli e ombrosi ragazzi attorniati da un nutrito gruppetto femminile ovunque vadano, mi salutano quasi in slow motion con un sorriso accattivante, chissà, magari prima o poi ci casco, penseranno. Poi, come per tutti gli assistenti, ci sono quelli che non ti si filano manco a pagare oro, che non ti salutano, non ti parlano e ti trattano con lo stesso rispetto che mostrerebbero ad uno scarafaggio che razzola in cucina. Insomma, non mi aspetto chissà che comportamento, ma sull'educazione non transigo. E mi sento tanto mia nonna quando li guardo e penso "io alla loro età non ero così scortese".
Ci sono cose, del fare l'assistente, che non avrei mai pensato di dover fare, tipo correggere compiti o trafficare con i dati personali della mia prof come se fossero i miei.
E poi ci sono le chiacchierate con lei, nel suo studio all'ora di pranzo, a parlare dei nostri cani, delle nostre famiglie, dei nostri papà, di Tegolino, del dottorato, di Shakespeare, a citare a memoria un brano di Keats o del Macbeth per argomentare le nostre idee, o a ragionare a stralci sulla mia tesi, lei sempre più entusiasta delle idee che mi stanno spuntando in testa come funghetti, io sempre più preoccupata di quando avrò il tempo di iniziare a scrivere.
E mi sento in colpa anche ora che ho interrotto i miei riassunti su Roberto il Guiscardo per farvi un saluto. Ahi ahi ahi.

Qualcuno mi ha chiesto per cosa stia la mia G. Ho risposto che non ho mai svelato il mistero perché ho fatto una scommessa. Ho pensato a lungo se spiegarvi o meno il perché di una sola lettera per definirmi, e sono giunta alla conclusione che posso provarci. 
G, come molti di voi avranno intuito, è l'iniziale del mio nome. Quando ho ricominciato a scrivere sul blog, ho scommesso che non avrei mai svelato il mio nome, la mia città e via dicendo, e questo, nella mia testa, aveva uno scopo ben preciso: se vi dicessi come mi chiamo, non mi pensereste più come G, ma come Giulia, Giovanna, Giordana e via dicendo. E poi, parlandovi di me come G, senza foto, senza nome, senza riferimenti veri e propri, mi sembrava di mettervi davanti ad un quadro, senza cornice, per poter arrivare più facilmente all'essenza di me. Niente filtri, niente punti fissi.
Ho sempre visto la scrittura così. Almeno per me, scrivere è sempre stato un modo per arrivare all'essenza delle cose.
Come avrete notato, la cosa si è ridimensionata da sé. Molti di voi avranno capito dove studio, e di che regione sono, avete visto qualche mia foto, avrete un'idea di come sono fatta (e sarei curiosa di sapere come mi immaginate!) e di come mi vesto. 
Ma la cosa che mi piace di più dell'essere solo G è che tutti mi leggete dentro, è l'onestà con cui vi parlo e voi parlate a me, che difficilmente riesco a ritrovare in chi prima mi guarda e, poi, mi ascolta.

Un giorno, forse, vi dirò cosa viene dopo G, e chissà se tirando ad indovinare qualcuno non ci arrivi comunque, ma per il momento sono felice così, di essere solo G. La vostra G.

31 commenti:

Francesco ha detto...

E sappiamo che hai una età tra i 25 e i 30 anni

Indefinita ha detto...

Io ti immagino mora, piccolina e minuta, capelli a caschetra... che corre avanti e indietro con un paio di libri in mano! In jeans, all star e felpa con il cappuccio! Solare allegra e spumeggiante...di quelle persone persone che ti mettono di buon umore solo a scambiarci due parole! :)
Dimmi se ho indovinato :)

Indefinita ha detto...

Volevo scrivere a caschetto...maledetto cellulare! :)

G ha detto...

Ahahah, elementare Watson!

G ha detto...

Indefinita :-) intanto ti ringrazio per la bella immagine che hai di me :-)
Non ho mai avuto le allstars (a dirla tutto amo specialmente le stringate e le inglesine ) e porto più spesso maglioni, ma per il resto ci hai preso in pieno, e spero anche per la parte sul buon umore!
Un abbraccio forte forte!

MikiMoz ha detto...

Ehiii... adesso però metti tutti voti alti, mi raccomando!
Che sai quanto è brutto stare dall'altra parte, da studente! :)
Insomma, mi piace la filosofia che c'è dietro la tua G-scelta, posso capirla.
In fondo, anche sapere come ti chiami davvero non la intacca, non più.
Come ti immagino? Casual ma elegante.

Moz-

Alligatore ha detto...

Ti immagino come l'immagine che hai messo come avatar ... io, che vivo con un'amica blogger con una lettera, come te, pur vedendola tutti i giorni, non riesco a staccarla da quell'immagine (per me lei sarà sempre quella). Paradossale, ma l'essenza è anche l'immagine (ben sappiamo quanto siano forti le immagini).

Magnoli@ ha detto...

con gli/le assistenti non ho mai avuto fortuna..a parte uno per cui poi persi la testa.....e da lì RINGRAZIO ho preso a studiarmi da certe angolazioni inaspettate che mi hanno restituito all'amore.
ma tu sei diversa ^_^

PuroNanoVergine ha detto...

G ovviamente sta per Genevieve (ma questa era facile :-)).

Leggendo il post è stato automatico ricordare questi versi (solo l'inizio):

"When you are old and grey and full of sleep,
And nodding by the fire, take down this book,
And slowly read, and dream of the soft look
Your eyes had once, and of their shadows deep;"

G ha detto...

Prometto che farò del mio meglio! Anche se ho capito meglio il perché dell'infausta severità degli assistenti: a Settembre due ragazze stavano copiando di sana pianta allo scritto. Mi sono piantata lì davanti e hanno smesso. Dirai, è crudeltà! E invece no! Perché in quei momenti febbrili ho pensato che se l'avesse visto la prof le avrebbe mangiate vive. Io, almeno, posso solo guardarle male... :-P
Mi piace casual ma elegante! :-)

G ha detto...

Hai proprio ragione, Alli! Fondamentalmente io mi sento quella bambina che guarda le formiche...
E l'immagine che ho di te è un alligatore che legge il giornale, quindi ti do pienamente ragione! :-)

G ha detto...

Non ho mai avuto la fortuna di trovare assistenti carini, tranne uno, ed ero troppo timida per sbattere anche solo le ciglia, all'epoca! :-)

G ha detto...

Caspita, Geneviève mi piace un sacco!!! Devo discutere con i miei della mancanza di fantasia al momento della mia nascita! :-)

Ti piace Yeats, Nano? Lo adoro!
I versi sono bellissimi, mi ritrovo molto nel soft look e nelle deep shadows degli occhi :-)

Magnoli@ ha detto...

io non ho avuto una storia con l'assistente, ho solo utilizzato la cotta inconsciamente per aprire una porta che altrimenti sarebbe sarebbe ancora chiusa. lui ha rappresentata una tappa dal quale ho permesso agli uomini di avvicinarsi, ma ovviamente non lui.

G ha detto...

Sì, avevo intuito, e infatti io non ho avuto modo di studiarmi, come dicevi tu, un po' perché erano tutti bruttini assai e un po' perché forse ero ancora troppo tonta.
La cosa è iniziata forse dopo, con TipoX e prima di Tegolino :-)
P.S. conosco una ragazza che con un assistente ci si è proprio sposata...ma poi non si è laureata più!!!

Pier(ef)fect ha detto...

Non mi sono mai chiesto come tu sia, o meglio, non lo faccio in generale. Immaginavo che "G" indicasse il tuo nome, ma ho anche imparato che pian piano vengono fuori sempre più aspetti di sé. Man mano cresce la voglia di aprirsi, almeno per me è stato così. Per cui non ho mai fretta di "indagare" su chi ho di fronte!
Buona domenica :)

UIFPW08 ha detto...

La semplicità è sempre la cosa piu bella, poi lascio ai sogni il piacere di volare..Grazie G.
Il mio abbraccio forte
Maurizio

Patricia Moll ha detto...

Io non ti immagino e faccia prima. :)
Sei una fgura evanescente come tutto il web. Tanto non è la fotografia che conta.
Non pesa il sapere se sei di Treviso o di Trapani.
Il peso di G sta nelle sue parole. Inn quello che scrive e dice. Nel come le scrive e dice.
Bacio!

Nella Crosiglia ha detto...

Più profondo di quanto si possa pensare questo post.
L'approccio con ragazzi quando si è molto giovani( l'ho fatto anch'io) non è cos'ì facile come sembrerebbe. Si ha davanti tutti i caratteri e le sfumature possibili e poi si preferisce essere solamente noi stesse. Se vogliono ci capiscono e apprezzano , gli altri lo faranno più in là o mai.
Il tenersi nascosto il nome e anche altro è una scelta che io rispetto. Per me non cambieresti di una cippa....saresti la stessa tenerissisma trottolina piena di interessi, dubbi, certezze, amori, passioni, dolori e malinconie di sempre ..ma con qualche lettera in più.
Ti stringo forte

G ha detto...

È vero, ogni giorno infrangono un po' la mia promessa, ma che posso farci, sono così :-)
Hai ragione, c'è molto altro che parla da sé!
Buona serata a te! :-)

G ha detto...

Grazie a te, Maurizio, di questo bellissimo commento!
Un abbraccio a te!

G ha detto...

Ahahah di Treviso o Trapani è bellissimo :-)

Patricia, hai proprio riassunto alla perfezione la scommessa che avevo fatto :-) un bacione a te!

G ha detto...

Hai ragione, Nellina, non posso fare a meno di essere me stessa. Per quanto ci provi, a metter su un atteggiamento professionale e distaccato, niente, finisco sempre per tornare me stessa, tutta sorrisi e goffaggine.!
Quindi forse completare il mio nome non mi cambierebbe granché :-)
E poi...What's in a name? That which we call a rose by any other name would smell as sweet :-)
Ti adoro, mamma chioccia!

PuroNanoVergine ha detto...

Non conosco quasi nulla di Yeats :-(

La poesia del commento l'avevo "incrociata" in un album di Branduardi che aveva musicato alcune poesie di Yeats (la traduzione in italiano era stata curata dalla sorella del cantautore) e mi era subito entrata nel cuore (vi dimora tuttora, in un angolino).

G ha detto...

Non importa come lo hai incrociato, una cosa bella è bella per sempre :-)

Silvia Pareschi ha detto...

Dimmi solo che non sei Grimilde :-D

Federica ha detto...

quella cosa che mi hai scritto degli alberi che non possono muoversi mi ha colpito tantissimo!

a me gli assistenti hanno sempre fatto paura, lo ammetto! :)

G ha detto...

Ahahahahahahahahsh, no, Grimilde proprio no!

G ha detto...

Cerco di non incutere troppo timore, ma con la mia faccia e altezza è quasi impossibile dai! :)

Mariella ha detto...

Se solo avessi immaginato tanti anni fa, che gli assistenti seduti di fronte a noi , durante gli esami, erano così simili a me stessa, forse non li avrei percepiti così duri e distanti come mi sembravano.
A volte più crudeli degli stessi titolari di cattedra. Non ne ho un buon ricordo, Quasi di nessuno. Ma magari erano tempi diversi allora...
Bella G, io non immagino quale sia il tuo nome, per me quell'iniziale e molto di più di questo. E' la mia giovane amica virtuale che il tempo e la frequentazione mi sta facendo scoprire poco a poco. Che mi piacerebbe incontrare prima o poi, come è avvenuto con altri blogger divenutii amici anche nella vita.
Mi piace G. per la sua costanza, per il coraggio, per la forza e per la positività che mette in ogni cosa che fa e che dice. Il sapere il tuo nome o come sei fisicamente nulla toglierebbe a questa consapevolezza. Sarebbe un po' di più. Un prolungamento di bellezza.
Un bacio.

G ha detto...

Diciamo che in generale quell'atteggiamento dipende dall'esigenza di farsi prendere sul serio. Per alcuni è il modo migliore, io magari cerco di usare la cortesia e l'efficienza per farmi prendere sul serio dagli studenti. Poi ci si mette anche un po' d'ansia nel farsi vedere competenti e comunque "dalla parte del prof". Per fortuna non mi faccio certe paturnie, ma ammetto che tenere le giuste distanze, un po' sopra agli studenti e molto sotto i professori, non è facile :-)
Incontrarti, Mari, sarebbe meraviglioso, e succederà, non c'è verso. Come incontrare una vecchia amica, una persona margherita, che custodisce un pezzo del nostro cuore e sa parlarci con dolcezza e saggezza :-)