lunedì 20 febbraio 2012

Parentela (parte 1)

Essere padre di una linguista non è cosa facile. Forse non è cosa buona e giusta. Ma, soprattutto, per una linguista essere figlia di un mancato linguista è cosa ancora meno buona e giusta.
Dad è un cervellone da pc. Smonta e rimonta computer come fanno coi mobili all'Ikea. Ma dentro, molto inside, dad è un mancato linguista. Lui voleva studiare al liceo linguistico, ma per non bene noti e specificati motivi alla fine si è dato al mondo dell'informatica. 
Il problema sorge quando il linguista sopito che è in lui viene fuori. E non è che viene fuori nei momenti da noi prestabiliti (quando si vuole fare insegnare un po' di inglese). No. Viene fuori nei momenti più astrusi e impensabili. Quando mangia. Quando beve (soprattutto se alza il gomito). Quando guarda la tv. Quando si dirige al bagno. Ecco. In tutti questi momenti, Dad...lingueggia
Qui accluse, le perle da lui sfornate recentemente (ma anche le più remote e ormai entrate di diritto negli annali della famiglia).

It's better the ourselves that the bad company = Meglio solo che male accompagnati.
God make them and then couple it = Dio li fa e poi li accoppia.
I go to do the shit = ...non credo abbia bisogno di traduzione. 
The wolf lose hair (ma pronunciato come air) but don't lose... = Il lupo perde il pelo ma non il... (vizio non sapeva dirlo)
Say hi to your sister = Espressione verace più o meno corrispondente a Salutame a soreta.

E' evidente che io il plurilinguismo ce l'ho nel DNA.
 
 

2 commenti:

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

"Say hi to your sister" è la più bella di tutte! :D

G ha detto...

Ne va molto fiero, sì! :D