domenica 11 dicembre 2011

Della dislessia plurilinguistica

La prima cosa che hanno detto tutti quando decisi di studiare Lingue (nel lontano 2009) è stata: "Oooooh, ma che figata! Devi essere proprio brava in inglese allora! E poi troverai subito lavoro!"
Ecco, non ne hanno azzecata una. Studiare Lingue non è una figata (ok, forse sì, non siamo così nichilisti). Studiare Lingue è il primo passo verso la follia. E non solo perché già di per sé per entrare ed uscire nella modalità 'cultura tedesca', 'cultura francese', 'cultura inglesebarraamericana' secondo me devi un po' soffrire di schizofrenia (in barba all'io frammentato di Pirandello): ma perché inizi a dimenticarti di come si parla italiano. Roba che sembri più straniero tu di uno straniero che fa le foto alla Fontana di Trevi. E la cosa si concretizza ineluttabilmente quando incontri a Roma Andrew, il tuo storico amico americano, che riesce a dare indicazioni agli italiani su dove siano le varie vie/piazze mentre tu a malapena ti ricordi come tornare alla fermata della metro. Ecco.
Per non parlare della questione lavoro. Ma secondo voi c'è qualcuno in Italia che sappia con precisione che fa un linguista -e-attenzione-non-sto-dicendo-traduttore-o-interprete-perché-quello-lo-saremmo-comunque-in-automatico-anche-se-non-specializzati-ma-sto-parlando-di-LINGUISTA-!- ??? No. 
Che poi, quando una signora sull'autobus mi chiede cosa studio,  e, tutta speranzosa, io rispondo "Lingue e letterature moderne!" (ok, faccio un po' la figa, ma volevo proprio fare bella figura), lei mi fa "Lingue nel senso che curi le lingue? Tipo assistente del dentista?". Va bene che era ultranovantenne, ma l'accaduto dimostra tre cose:
  1. La parte 'letterature moderne' l'ha proprio eliminata a priori.
  2. Dovrei smetterla di sperare che qualcuno mi dia soddisfazione quando dico che sarò una linguista. Roba che mi immaginano col camice bianco e un trapanino in mano.
  3. Quasi quasi era meglio Ingegneria...
Dislessicamente e scoraggiatamente vostra,
Gì.

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