mercoledì 12 novembre 2014

Prospettive di vita

Ormai è un po' che non faccio altro che rimuginare sul futuro. Mi capita di chiudere gli occhi e di provare ad immaginare a cosa mi porterà tutto questo caos che è la mia vita universitaria (e non).

Nero.

Vedo proprio il buio. Ma non proprio in senso negativo. Non riesco ad immaginarlo, proprio no. Eppure le idee le ho abbastanza chiare. A cosa servirebbe accanirsi così tanto, sennò?

Versi e versi chauceriani tradotti, pagine e pagine di manoscritti ingialliti, Shakespeare, i Tudors, i morality plays... la mia vita la vivo così, con un piede nella letteratura medievale inglese e l'altro nella realtà di oggi, facendo il giocoliere e bilanciando tutto, il babbo disoccupato Telesforo, la mamma Dafne, Tegolino, il mio più grande amore a 4 zampe, le ripetizioni, i lavoretti occasionali, gli amici...

...poi ogni tanto mi prende la tristezza, perché in questo paese non c'è spazio per noi. Per noi anglisti, per noi medievisti, per noi studenti, per noi che guardiamo al futuro e speriamo di poterlo impastare come vorremmo, come sarebbe più giusto per noi e per tutti. E un po' mi prende anche il panico, perché so che io potrò andare via, forse, e continuare a studiare, a fare ricerca, magari perfino lavorare, in questo ambito così polveroso, fatto di cavalieri, re, regine, attori, versi e rime... ma mio padre, a cui un cuore fragile ha compromesso un impiego, che nonostante un'esperienza trentennale in un settore come l'informatica è considerato troppo vecchio, troppo preparato...semplicemente troppo.

E io penso che mio padre troppo non lo è. Lui è solo il mio papà, che ha sempre dato tanto perché io potessi vivere tutto questo e che si illumina di gioia quando gli sparo i miei soliti sermoni sul perché la poesia di John Donne è superba, mentre quella di Milton non mi piace.

E mi prende il panico perché, se me ne vado, chi si prenderà cura di lui, di loro, se non io?

4 commenti:

Federica ha detto...

Quanta triste verità in questo post!

minerva ha detto...

Quanto cavolo è vero quello che hai scritto, purtropo. E inizio a preoccuparmi di tutto anche io, che a diciassette anni amo la letteratura più di tutto ma lo so, Cristo, che finirò per suonare l'ocarina per strada, come dice mio padre, perché nessuno cerca persone che si illuminano di fronte a un libro. E mio padre grazie a Dio un lavoro ce l'ha e le cose vanno bene, ma ha sempre così paura per me, perché teme che io, con i miei troppi sogni, un lavoro non lo trovi. È che è tutto maledettamente difficile, e ti auguro tanta tanta fortuna per il tuo papà, e per i tuoi studi, perché so quanto ami quel che fai. :)
Minerva

G ha detto...

Grazie, Minerva e Fede, per la vostra "presenza" :)

E' bello sapere di poter condividere queste piccole grandi paure con qualcuno che sa comprenderle :)

Francesco ha detto...

l'italia è un paese fottuto. io ragionerei di conseguenza al posto tuo, visto che sei giovane