sabato 23 gennaio 2016

La scienza delle separazioni

Eccomi qui.
Tegolino è partito ieri. Ora è in Germania per lavorare e io qui, come direbbe Gigante, in tutta la mia broccolitudine (per i profani, dalle mie parti si dice "stare soli come un broccolo").
Ieri è stata una giornata lunghissima. Ho preso un treno, raggiunto la città di Tegolino, sono salita in macchina con lui e arrivata all'aeroporto. 
Quando l'ho accompagnato al gate ho cominciato a sentire un morso allo stomaco, come se ci fosse un uccellino chiuso a dibattere le ali. E ogni frullio mi risuonava nel petto, un po' come quando ascolti una canzone e senti gli accordi più malinconici vibrarti nella pancia. Ecco, ieri ho sentito tutti gli accordi della partenza nello stomaco.
Non che non fossi preparata, anzi. Sento, però, di non aver avuto il tempo di disperarmi un po', nella giusta misura. Ho consolato Gigante nel suo dolore oltreoceanico, incoraggiato Tegolino dove non trovata il supporto necessario, ho cercato, nel mio piccolo, di organizzargli il possibile, di dimostrarmi serena e tranquilla, come era giusto che fosse. Però un bel pianto mi è mancato e ieri me lo sentivo bloccato a metà tra gola e petto. 
Quando Tegolino è sparito in fondo al corridoio dei controlli, mi sono guardata attorno; il Terminal che sciamava di persone, riecheggiavano voci allegre, gruppi e coppie trascinavano i trolley, e io lì, nel bel mezzo di tutta quell'energia, piccola piccola, arruffata come sempre, che mi sentivo gli occhi ingigantirsi. Per qualche secondo mi sono sentita tremendamente e irreparabilmente sola.
Quei dieci secondi hanno avuto un retrogusto di panico. Poi, una signora, che aveva assistito al saluto mio e di Tegolino seduta poco lontano da noi, mi guarda, mi sorride e mi fa cenno di accettare un fazzolettino.
E lì sono successe due cose contemporaneamente: la prima è che ho sorriso e i 10 secondi di panico si sono interrotti, la seconda è che finalmente le lacrime sono state libere di uscire. Forse certe lacrime devono uscire in solitudine.
Ho pianto a più riprese, di quei pianti silenziosi e composti, intendiamoci, ma finalmente ho sciolto un po' il nodo: un po' al Terminal, un po' mentre ero sul tapis roulant diretta alla stazione dei treni dell'aeroporto, un po' sul treno diretto alla stazione centrale e un po' sul treno verso la mia città (insomma, ho preso una cifra di treni, che neanche Jake Gyllenhaal in Source Code). 
Poi, tornata a casa, mi sono buttata su Bradbury e immergermi nella testa di Montag mi ha calmata. Il che è un paradosso considerando che stiamo parlando di un piromane. 
La sera, poi, cinemino con Gigante, che mi ha praticamente spiegato tutto sul mondo del pugilato mentre guardavamo l'ascesa al successo di Adonis Creed in megaschermo e scovavamo tutti i rimandi al primo Rocky.
Gigante dice che devo stare su perché Tegolino non è così lontano come la sua Girasole, e che lo rivedrò molto prima di lei. Nella teoria ha ragione. Tegolino è in Germania, mica su Marte. Però non mi piace questo burbero modo di consolare gli altri, mettendoli sempre a confronto con il proprio peggio. Ogni dolore ha un gusto tutto suo. Ogni dolore ha il diritto di sfogarsi un po'. E forse la chiacchierata all'una su come funzionano gli inibitori della serotonina e la promessa di portarmi a vedere Joy e altri film che ho scelto io sono il suo modo di fare ammenda e riconoscere che è giusto disperarsi un po', anche se Girasole è dall'altra parte del mondo e Tegolino no.
Non è che esista una scienza delle separazioni, con delle regole precise. Tipo "la distanza tra i due partner è direttamente proporzionale alla nostalgia che i medesimi devono provare". Oppure "la distanza sta al tempo di percorrenza in aereo come la nostalgia sta alla frequenza delle visite". O, che so, "la nostalgia è inversamente proporzionale alla nostalgia che provano partner di relazioni la cui distanza è maggiore o uguale a 8000 km".
Insomma, oggi va meglio, ma ieri la broccolitudine è stata davvero pesante. Un po' come un anestetico. Però è ora di rimboccarsi le maniche, iniziare a scrivere questa benedetta tesi, assistere agli esami la prossima settimana e, se ci si riesce, nel frattempo dare un esame, trovare la risposta alla materia oscura, raggiungere la pace nel mondo e salvare la foresta pluviale. Le energie ce l'ho, il nodo è sparito e, anche se un po' più spenta, posso vivere la mia vita con la solita buona volontà!
Ho ricordato a me stessa, ieri, oggi, e probabilmente lo farò anche domani, che sono molto fortunata, perché ho qualcosa che rende così difficile dire "a presto".
E sono molto fortunata, perché ho voi che perdete tempo di leggere i miei sproloqui, nonostante tutto!
Un abbraccio
G

20 commenti:

Indefinita ha detto...

Ma sei di una terezza disarmante ... ti posso portare a casa e metterti vicino al mio pupazzo di Tristezza,ti faccio impersonare Gioia :D
Un abbraccio G

G ha detto...

Verrei volentieri a trovarti :-) sono sicura che se solo un tuo commento mi fa sorridere,figuriamoci una bella chiacchierata insieme! :-)
Sono contenta di essere la tua Gioia! :-)
Un abbraccio forte a te!

Magnoli@ ha detto...

Broccolitudine ahahah!!!!
Coraggio dai purtroppo la vita è anche separazione.
Resisti

Nella Crosiglia ha detto...

Mi sarebbe piaciuto vederti veramente dal vivo..chissà mi sarei comportata allo stesso modo..? Non ricordo neppure è successo tante volte, ma pensavo sempre che le distanze a anche le più folli si possono colmare , è solo questione di tempo..e allora che problema c'è!
Tegolino è vicinissimo, io sono ad uno sputo da te, Gigante avrà più tempo per guardare qualche film nell'attesa ma la meta resta sempre vicina...Ci incontreremo tutti prima o poi, è solo una questione di voglia...
Dai amoruccio , una cosa da nulla(te lo dice una che ha sempre pianto , ma poi stilava piani strategici per partire)!
Bacissimi!

Francesco ha detto...

Anche io ho voglia di vedere Joy

Per tegolino...... non lo so. Nelle situazioni bisogna starci. Non mi sembra facile. Vista così. Ma che cosa ci sia di facile nella vita proprio non so....

G ha detto...

Broccolitudine devono inserirlo nel vocobalorio, ormai! :-)

G ha detto...

Una rete d'amore! Mi è venuto in mente questo, leggendoti, Nella :-)
Spero davvero di incontrarvi tutti, prima o poi.
Per il momento tengo duro, il tempo passa in fretta! Un abbraccio!

G ha detto...

Dai, Fra, vieni con me e Gigante! Ho l'impressione che diventereste presto culo e camicia :-)
Nelle situazioni bisogna starci, hai detto bene, e sono tutte diverse, poco categorizzabili, penso io...ma sei mesi passano subito, o almeno ci impegniamo a farli passare! :-)
E se dovrà restare, resteremo così con il sorriso!

UIFPW08 ha detto...

Se si vuol bene non esiste altro..
M.

Mariella ha detto...

Io credo che nessuno al mondo possa COMPRENDERE davvero la situazione di un'altra persona se non l'ha provata sulla sua pelle.
Per cui è molto semplice da pronunciare un "ti capisco" quasi o solo per consolare se non si è mai provato quel "frullìo" nello stomaco e quella sensazione di abbandono che ti manda in un istante all'inferno. Certo poi si torna, però a questo punto si può e si deve piangere.
La cosa migliore da fare sarebbe quella di restare accanto alla persona che soffre ( che poi si soffre nello specifico indipendentemente dalle distanze, no?) senza paragoni, solo col silenzio e con gli abbracci che dicono tutto. Ma possiamo cercare di capire Gigante visto che poi se ne è reso conto da solo.
Ora incomincia ad organizzare la tua agenda in vista di viaggi (spero frequenti) da fare presto!
Buona domenica amica G.

G ha detto...

Sacrosanta verità, Maurizio!

G ha detto...

Hai ragione, Mari dolcissima.
Forse proprio perché ogni dolore è così personale,finiamo con indossarlo come un paio di occhiali o di paraocchi, e ognuno vede solo quello che gli permettono di vedere...
L'agenda è aperta e il planning è iniziato e spero di riabbracciarlo presto :-)
Buona giornata, anima pastello!

Federica ha detto...

niente libera il cuore come un pianto...
un consiglio: quando nei prossimi giorni ti verrà da piangere, non aspettare troppo e fallo :)

per il resto son sicura che troverete un nuovo equilibrio e tutto si farà più sopportabile... forza!!!

Unknown ha detto...

Il Distacco, per breve o tanto tempo che sia fa sempre un po' "male" ma se così non fosse saremmo pietre e non persone :) Non sei sola, hai noi!:=)

Silvia Pareschi ha detto...

Oh, cara, sì tieni duro. Loso che è tanto triste, ma è un momento. Passerà e sarete di nuovo insieme :-)

G ha detto...

Devo lasciar aperte le dighe, è vero :-)
Grazie della tua dolcezza!

G ha detto...

Bi, ma quanto sei dolce?! :-)
Un abbraccione!

G ha detto...

Ma come faccio a essere triste con tutti voi qui? :-)
Grazie, Silvia, ti abbraccio forte!

Maurizio C ha detto...

Molto tenero e "innamorato" questo post :) E ti capisco bene, separarsi da chi si ama è sempre difficile, anche se poi è possibile "sopportare" la distanza fisica, posso dirlo perchè è una cosa che vivo direttamente da due anni, anche se certamente essere insieme... ti da tantissimo. Ed è la cosa più bella e migliore :)
Ma sta tranquilla, ri-succederà tra brevissimo per voi, e ritrovarsi sarà eccezionale :)

G ha detto...

È molto innamorato anche io tuo commento, Maurizio :-)
Grazie per il tuo appoggio, ho molto da.imparare da te, vedo!
È buffo che io voglia e non voglia che torni, in realtà. Se non torna, vuol dire che il lavoro è suo, quindi è un incrocio misto di dita e cuore :-)
Un abbraccio!