Mi unisco ad un'iniziativa lanciata da La Folle, ed ecco qui il mio resoconto sul mio modo di viaggiare.
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Linda - Photo by G |
La scelta della meta, di solito, è all'insegna dell'unire l'utile al dilettevole. Questo non vuol dire che non faccio viaggi di piacere, anzi, ma cerco posti in cui non ci sia mai solo da riposarsi. Non sono il tipo che riesce a stare sul lettino a prendere il sole, a meno che non ho le parole crociate da fare, né quello che visita una città senza almeno aver visto le sue attrazioni più famose.
Potete ben capire che quando si ritrova in paesini che sono più deserti del Gobi, una come me va completamente fuori di testa per la mancanza di cose da fare. E' per questo che pianifico bene il mio bagaglio.
Potete ben capire che quando si ritrova in paesini che sono più deserti del Gobi, una come me va completamente fuori di testa per la mancanza di cose da fare. E' per questo che pianifico bene il mio bagaglio.
Di solito faccio una lista. La prima cosa che scrivo è libri. E non importa se mi dimentico le mutande o lo spazzolino, loro vengono prima di ogni altra cosa. Il numero è, solitamente, inversamente proporzionale al numero di giorni in cui sarò via. Ciò vuol dire che se sto fuori un weekend sono capace di portarmi dietro l'intero canone di Shakespeare più il Faerie Queene di Spenser.
Per i vestiti cerco di organizzare abbinamenti intercambiabili che mi permettano di portarmi dietro il meno possibile, perché, diciamocelo, stirare in vacanza non è granché. Compenso, ovviamente, con il numero di mollette, forcine e elastici (rigorosamente in tinta con i vestiti) per domare la chioma ribelle e i calzini (sono come la copertina di Linus, per me).
Il posto d'onore nella valigia (rigorosamente bagaglio a mano, a parte i miei due valigioni rosa shocking che hanno macinato chilometri e chilometri durante l'Erasmus), però, ce l'ha lei. Linda. La mia agendina. E' il corrispettivo G-esco del database della NASA e del Pentagono messi insieme.
Ci sono appunti su cosa andare a visitare, dove, quando e perché, i nomi dei ristoranti che cerco prima su Tripadvisor (gettonati sono quelli tipici e i vegani, dove posso mangiare senza dover tenere il Bentalan a portata di mano), e una progettazione quasi maniacale dei giorni a disposizione, per visitare tutto il visitabile nel tempo a disposizione. Lo so, sembro progettata dal signor Ikea, ma giuro che il mio metodo alla Sergente Hartman dà sempre i suoi frutti. E' molto utile per mangiare bene: finisco sempre in posticini carini, poco frequentati dai turisti, in cui si ha un assaggio (metaforico e non) delle tradizioni del posto. Ancora mi lecco i baffi per una paella sublime mangiata in un angolino remoto delle Ramblas.
Ci sono appunti su cosa andare a visitare, dove, quando e perché, i nomi dei ristoranti che cerco prima su Tripadvisor (gettonati sono quelli tipici e i vegani, dove posso mangiare senza dover tenere il Bentalan a portata di mano), e una progettazione quasi maniacale dei giorni a disposizione, per visitare tutto il visitabile nel tempo a disposizione. Lo so, sembro progettata dal signor Ikea, ma giuro che il mio metodo alla Sergente Hartman dà sempre i suoi frutti. E' molto utile per mangiare bene: finisco sempre in posticini carini, poco frequentati dai turisti, in cui si ha un assaggio (metaforico e non) delle tradizioni del posto. Ancora mi lecco i baffi per una paella sublime mangiata in un angolino remoto delle Ramblas.
Un altro must dei miei vaggi è la musica. Lettore mp3 a parte, sempre pronto all'evenienza con i miei brani preferiti, mi piace preparare compilation o portare cd che mi sembrano adattarsi alla meta e ad il tipo di viaggio.
Prima di un breve soggiorno a Firenze con Tegolino caricai, ad esempio, una bella dose di Damien Rice, Of Monsters and Men e Bob Dylan. Prima di Barcellona puntai sul glam rock e sul rock, tipo Joan Jet, AC/DC, Eric Clapton, Journey, Kiss e Queen. Ora ne sto preparando una per un imminente weekend senese, che includerà molto probabilmente i Message to Bears e Bowie. Non so perché, ma quando viaggi in auto David Bowie trasforma la cosa in un viaggio verso l'infinito. Ah, molto probabilmente stordirò Tegolino a forza di canzoni di Sinatra. Ultimamente ci vado in loop.
Prima di un breve soggiorno a Firenze con Tegolino caricai, ad esempio, una bella dose di Damien Rice, Of Monsters and Men e Bob Dylan. Prima di Barcellona puntai sul glam rock e sul rock, tipo Joan Jet, AC/DC, Eric Clapton, Journey, Kiss e Queen. Ora ne sto preparando una per un imminente weekend senese, che includerà molto probabilmente i Message to Bears e Bowie. Non so perché, ma quando viaggi in auto David Bowie trasforma la cosa in un viaggio verso l'infinito. Ah, molto probabilmente stordirò Tegolino a forza di canzoni di Sinatra. Ultimamente ci vado in loop.
Per quanto riguarda gli hotel, la prima cosa che faccio è controllare le recensioni su Tripadvisor. Seriamente, ho una dipendenza. Però ci azzecco sempre. L'anno scorso ho soggiornato in un piccolo B&B al centro di Firenze con Tegolino, e siamo stati benissimo. L'unica condizione? La pulizia. Sulla pulizia sono inflessibile, non mi piego e non mi spezzo. Faccio poco caso alla qualità o quantità del cibo, un po' perché la mia allergia mi permette di mangiare solo fette biscottate (se mi dice bene) e marmellata, e un po' perché non scelgo mai di pranzare o cenare in hotel.
Tra le abitudini, sicuramente al primo posto c'è quella di fotografare la stanza dell'albergo per farla vedere ai miei, soprattutto per rassicurare mia mamma, che è molto più Mastro Lindo di me. Una cosa che, da sempre, mi piace in maniera singolare è collezionare
biglietti da visita e biglietti vari, del treno, della metro,
dell'aereo, e fino ad ora ne ho una scatola piena. Ho deciso che un
giorno farò un bell'album dei miei vaggi e ce li attaccherò tutti
dentro. Al momento il pezzo più bello è il biglietto della metro di
Atene. Ci sono davvero affezionata, perché fu il mio primo viaggio
all'estero, in gita con la classe prima della maturità.
Adoro i souvenir! Colleziono anche cartoline, ma mi piacciono i classici oggettini che solo un turista può essere tanto cieco da comprare nonostante la loro pacchianeria (l'anno scorso per poco non compravo un cappello a forma di cinghiale di peluche). Eppure ne compro in gran quantità. In particolare, il primo pensiero è quello di portare a casa una calamita, visto che, grazie alle abilità da manovale di babbo Telesforo, abbiamo dovuto sostituire il frigo con uno su cui le calamite fanno presa. Il lato negativo è che mia mamma le dispone secondo un'equazione precisa e non bisogna più spostarle; della serie che se ci aliti sopra e si spostano di un centimetro, lei sa (il mio disturbo ossessivo compulsivo dovevo pur riprenderlo da qualcuno).
Adoro i souvenir! Colleziono anche cartoline, ma mi piacciono i classici oggettini che solo un turista può essere tanto cieco da comprare nonostante la loro pacchianeria (l'anno scorso per poco non compravo un cappello a forma di cinghiale di peluche). Eppure ne compro in gran quantità. In particolare, il primo pensiero è quello di portare a casa una calamita, visto che, grazie alle abilità da manovale di babbo Telesforo, abbiamo dovuto sostituire il frigo con uno su cui le calamite fanno presa. Il lato negativo è che mia mamma le dispone secondo un'equazione precisa e non bisogna più spostarle; della serie che se ci aliti sopra e si spostano di un centimetro, lei sa (il mio disturbo ossessivo compulsivo dovevo pur riprenderlo da qualcuno).
Ultimamente, in tema di souvenir, mi sono specializzata nel settore alimentare: da Malta riportai miele e un liquore al fico d'india; da Firenze una pagnotta di pane sciapo a mia mamma, che, dall'alto delle sue radici toscane, ne sentiva la mancanza. Probabilmente a Siena svaligerò un supermarket. E dall'Inghilterra, dopo la conferenza, contrabbanderò the.
Rilancio a voi, se volete, per parlare dei vostri viaggi!
Un abbraccio
G
Un abbraccio
G